sabato 9 marzo 2013

in the end...


valigie appena chiuse, caldo tremendo e sensazione di fastidio al pensiero di trascorrere le prossime 26 ore in compagnia di China Southern e delle sue discutibili zuppe di noodles e pollo.
nel chiudere il blog pensavo ai momenti in cui scrivevo i post conclusivi dei diari precedenti in Canada e USA. e a differenza di Ottawa e Gainesville, a Melbourne ci tornerei volentieri (egràziàlcàzzo, si potrebbe replicare).
il discorso sarebbe lungo, ma qui davvero si potrebbe star bene. non a caso, il motto dello Stato di Victoria (di cui Melbourne è capitale) è "The place to be". e manco c'hanno torto. sarà che sono arrivato in estate e in un mese ha piovuto un giorno solo, sarà che cmq ho girato un po' e ho potuto scegliere cosa vedere, ma qui insomma "stanno avanti" (o siamo noi che stiamo indietro? oppure noi non stavamo messi male, ma l'outlook è diventato improvvisamente negativo? in altri termini: QUANDO stiamo andando?)

poi, che accorgersi che qui si stia così bene è "sorprendente", se non altro perché nella "cultura popolare" l'Australia semplicemente non esiste. escludendo (appunto) Giorgie, Mr. Crocodile Dundee e Risiko, non c'è uno straccio di riferimento di ampia circolazione. non un film che prescinda dallo stereotipo del posto dimenticato e lontano, pieno di gente rude e con la faccia bruciata dal sole (se non l'avete visto, risparmiatevi il pippone con Nicole Kidman e Hugh Jackman. è aberrante e cmq, proprio per dare un riferimento circostanziato allo spettatore, si intitola "Australia". punto.). per il resto, sono solo ambientazioni un po' sminchie (Mission Impossible II) o fasulle (il finale di Point Break ho scoperto essere stato girato in Oregon).
i riferimenti italici sono ancora peggiori. l'unica canzone italiana che mi è riuscito di trovare è addirittura di Mango (che cmq è un genio), che per altro - anche a conoscerla - si limita a parlare di "coste alte e mare aperto / cielo immenso sul deserto" e ovviamente di "spiagge bianche e barriere di corallo" (attaccandoci poi una rima baciata inascoltabile: "montagne e vaste praterie da percorrere a cavallo")...

Detto questo, si riparte.
Paperulo è soddisfatto di aver conquistato il nuovissimo continente, di aver conosciuto quelle bestie immonde dei locals e di avervi esportato la democrazia. Ora può tornare da chi lo aspetta.


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