giovedì 28 febbraio 2013

Mo', che ca*** dico a questi?

bene.
e seminario fu.
entro giovedì prossimo va capito cosa dire a un pubblico di australiani, italo-australiani, australo-italiani, australopitechi e simili cosa è successo e - soprattutto - cosa succederà nello Stivale con il voto di domenica e lunedì.
pensavo anzitutto di prepararmi una lista dei possibili candidati alla Presidenza della Repubblica. a occhi e croce, Grillo e i suoi proporranno tipo: 
- Claudio Bisio, a patto che imiti  Dario Fo per tutto il settennato
- Adriano Celentano (ma ve lo immaginate un discorso di fine anno con le pause di 6 minuti?)
- il parrucchiere di Casaleggio
- Telespalla Bob come sosia di Casaleggio
- Guy Fawkes
- un tizio scelto dalla rete, a patto che indossi la maschera di Guy Fawkes
- una donna con il ciclo mestruale perenne e la mooncup
nel frattempo, ho scoperto che una papabile alla presidenza della Camera è in pratica una mia ex studentessa. cazzo. sono vecchio. mi consola solo pensare che anche lei tra una decina d'anni magari sposerà  un manichino più giovane di lei e poi condurrà in TV un programma intitolato "Bisturi! Nessuno è perfetto".
cmq, una delle notizie più belle sarebbe che la ventiquattrenne Viola che ha lanciato la petizione online per il governo Grillo-Bersani in realtà è un fake. è Sposetti, che non sa più che fare e passa i pomeriggi a chattare chiamandosi Fragola86.

PS. non c'entra nulla, ma che fine ha fatto Lamberto Sposini? era stato male ma ne ho perse le tracce. nonostante l'apparenza ovattata è uno che i numeri li ha sempre avuti, come quando ci ha regalato perle come nel video qui accanto

PPS. c'entra ancora meno, ma il vero tema di ricerca che mi appassiona in questi giorni è una costruzione disco-bibliografica che evidenzi la continuità tra Tony Tammaro e Checco Zalone. per chiunque fosse a Napoli oggi, imperdibile il concerto del grande Maestro (leggi qui)
tra l'altro, dal sito si può scaricare aggratis il mitico "Manuale del giovane tamarro", memorabile pubblicazione che ha guidato l'adolescenza di molti di noi...

com'è evidente, non c'ho un cazzo di voglia di lavorare oggi...

lunedì 25 febbraio 2013

divagazioni lunari, in attesa dei risultati elettorali

mi sono accorto che qui ho la luna "storta".
non la luna nera della indimenticata Cloris Brosca (e, per altro, l'aver perso e ritrovato il passaporto e il mac nuovo nuovo a una settimana dalla partenza non può che essere indice di gran culo).
e neanche nel senso figurato del cattivo umore.
"storta" nel senso letterale, quasi capovolta. non c'avevo mai pensato. non è il dark side of the moon, è sempre lo stesso lato, ma alquanto ruotato. del resto, gravità permettendo, qui si è a testa in giù.


volendo sviolinare: storta così, la luna è assai meno antropomorfa, e diventa difficile vederci un viso. chissà se questa prospettiva l' avessimo avuto noi "boreali". magari pastori erranti non le avrebbero dedicavano canti notturni. né Peppinidicapri l'avrebbero accusata di falsa testimonianza. (tra l'altro: ma l'inversione di genere tra Sole e Luna in tedesco - die Sonne, "la" sole, e der Mond, "il" luna - ha conseguenze sulla letteratura?).
cmq a vederla fa un certo effetto. come l'acqua che scende al contrario nello scarico del rubinetto (ma, a quanto mi risulti, questo non ha portato a ispirazioni poetiche in nessuno dei due emisferi).

cmq, per farla breve, l'attesa per i risultati elettorali è altissima. le urne si chiuderanno quando qui sarà l'una di notte e quindi potrò concedermi una maratona elettorale just like the ones we used to know, a notte fonda.
nel frattempo, gli altri risultati attesi in giornata (fantacalcio e notte degli Oscar) finora non  hanno sorpreso. i Fantaspumeggianti sono in pieno affanno e stentanto a risalire in classifica. Christoph Waltz meriterebbe statuette anche per le comparsate. speriamo che anche gli exit polls, le proiezioni su dati reali (ma quanto è bella come espressione?) e la faccia pagnoncella di Pagnoncelli non si inventino nulla di eccessivamente inaspettato.

PS. per chi se le fosse perse, qui qualche foto dalla Great Ocean Road (seguirà dettagliato post sulla guida in Australia): http://www.flickr.com/photos/93487826@N03/show/


Great ocean road

prime impressioni di Australia




per gli altri scatti, guarda  ********* qui *********

sabato 23 febbraio 2013

Paperulo meets locals


"Qui è già domani" (cit.) ovvero, funzionali disfunzioni di una mostruosa differenza di fuso orario

a leggere questo slogan della LUISS sulle navette e negli atrii di facoltà ho sempre pensato "cazzo, sono in ritardo"
ma per ora quella discreta minchiata è qlcsa di assolutamente reale. 10 ore di differenza di fuso ti rendono completamente scollegato dai ritmi di casa e si riescono a sentire solo le persone più vicine, con le quali la reciproca fascia oraria 7-9 o 21-23 non è "sconveniente" e cmq solo per darsi la reciproca buonanotte (sempre che, all'ultimo non decidano di andare a dormire alle 11 in un lettone insieme alla mamma...)
cmq, sarà che qui sono da solo e che non ho grandi vincoli di orario nel quotidiano. sarà che cmq ho la testa più nella periferia di Londra che in quella di Melbourne. ("sarà che son simpatico o che son genuino"), ma dopo due settimane qui alle volte ancora mi chiedo se sto pranzando o cenando, se è alba o tramonto, etc
del resto, guardare Roma-Juve o la premiazione di Sanremo appena sveglio o dover aspettare martedì mattina per i risultati del fantacalcio non aiuta.

la parte buona è che di giorno, avendone voglia, si lavora da dio. nessuno che chiama, che scrive, che ti contatta su FB. è come stare davanti al computer durante le vacanze di natale. però a 30 gradi e senza avanzi di torroni Nurzia.
la parte cattiva è che ci si sveglia con 37 (trentasette, XXXVII, che alla Smorfia napoletana fa "il monaco") mail non lette da smaltire.
oppure, ci si sveglia alle 4 di mattina perchè squilla il telefono italiano. tenerlo spento è fuori discussione: mentre ero in Canada mi arrivò la telefonata del prof. P******* che portò all'unico saggio pubblicato su Quaderni costituzionali. in quel momento mi prese un mezzo infarto, diedi una discreta craniata all'anta dell'armadio, ma riuscii a affettare indifferenza, ma da allora ho sviluppato un'incrollabile fiducia nello squillo del telefono notturno. e nel Lexotan.


fuso a parte, il vero problema dei periodi all'estero è l'horror vacui.
in Italia il lavoro universitario concede la schiavista e rassicurante prospettiva del vivere "alla mezza giornata", cioè sapere di poter programmare al massimo ma mattina per il pomeriggio e, quando si è fortunati, la sera per la mattina dopo. oltre le 12-16 ore è inutile fare progetti, perchè tanto salterà fuori una sostituzione a lezione, un'ora di ricevimento, un tesista in preda all'ansia o un buco dell'orario del master da riempire al volo con fantasia, e i mirabolanti progetti di una giornata a ascrivere in biblioteca non si avvereranno mai.
cmq, per fuggire dal picco dell'horror vacui (che si raggiunge di solito nel tardo pomeriggio del sabato o nella sveglia domenicale), decisi di prendere una macchina e andare sulla Great Ocean Road per il fine settimana. il nome è ovviamente roboante e evocativo come solo loro sanno fare, ma insomma pare sia un gran bel posto. e poi, finalmente, dovrei vedere qualche locale bestia immonda e qualche panorama che meriti soste fotografiche. seguiranno dunque aggiornamenti incorso d'opera, sempre che ci sia connessione

PS. nel frattempo, in Italia c'è la pausa di riflessione e poi il voto. notoriamente su posizioni sinceramente democratiche, io avrei dato con convinzione il mio voto al PD alla Camera, al Senato, alla Regione e anche all'assemblea di condominio se mi fosse stato concesso. sentendo Nanni Moretti (che di solito in queste occasioni è odioso) mi sono assurdamente trovato a pensare che abbia detto la cosa migliore che si potesse dire a poche ore dal voto. la differenza c'è. la partecipazione delle primarie (con tutti i loro limiti), la goffagine comunicativa dello smacchiare i giaguari (che però fa più tenerezza che tristezza), l'inaccettabilità delle alternative. ma aggiungerei, l'Europa, i nuovi diritti, la voglia di normalità e tante altre cose vecchie e nuove. quanto a Grillo, la scena della chiusura degli ombrelli a comando, mentre pioveva, dà la misura dell'autonomia di giudizio del "movimento". bah...


giovedì 21 febbraio 2013

stampa locale. Molise RULEZ

nella giornata passata a incontrare funzionari del parlamento australiano mi sono fatto una cultura della stampa locale. come ogni parlamento che si rispetti, c'è infatti una sala con tutti i quotidiani del Paese e, ben meglio di altri parlamenti, c'è il wifi gratuito e apertissimo.
ho così scoperto uno dei giornali della comunità italiana in Australia, "La Fiamma", che a dispetto del nome non ha nulla di fascista, nostalgico o simili.

esce due giorni a settimana (lunedì e giovedì), manca di una versione online ma ha un gustosissimo mix di riflessioni generali, cronaca locale italiana e australiana e annunci vari. per capirci: apre ovviamente sulle elezioni, scendendo in dettaglio anche sulle regionali, riporta in dettaglio la serata Grillo/Fo a Milano e la conclusione delle operazioni di voto nella circoscrizione estero. fin qui, tutto bene.
passa alle dichiarazioni di Ichino sul voto in Lombardia, alle indagini sugli ex vertici Alitalia e Mps e allo scandalo della carne equina. fin qui, tutto bene.
arriva poi il clou. 8 pagine dedicate alle cronache regionali italiane, con un interessantissimo reportage sulla sigaretta elettronica in Molise, che "conquista Termoli e si appresta a sbarcare sul mercato regionale". brividi. neanche il miglior Pasqualino Damiani di Teleisernia avrebbe saputo trasmettere tanto pathos. per fortuna i casi di TSO in provincia di Campobasso sono in calo, un costruttore lucano si è aggiudicato un importante appalto a Manhattan e a Riva del Garda si è raggiunta la ragguardevole quota di un 13% di stranieri, etc. ete.
immancabile il paginone centrale con le foto dell'associazione Bellunesi nel mondo che festeggia San Valentino. ci sono tutti: Antonio e Antonina Ucchino insieme a Josephine Giordane e altre amiche; la famiglia Cumerlato al completo; Amelia Cossalter con l'amica di sempre Maria Pissolato. dei due leocorni nessuna notizia, ma in ogni caso, un vero peccato essersela persa.
il tripudio si raggiunge però a pag. 52 (cinquantadue!), con gli annunci delle associazione italiane di Sidney. godo nell'apprendere che i pensionati pugliesi hanno riaperto la sede e "dalle 10 in poi di ogni venerdì" ci si può radunare "per trascorrere una giornata insieme e organizzare le attività di comune interesse". l'associazione Molise organizza invece una gita il 5 aprile a Uluru, ma i posti sono limitati e quindi conviene affrettarsi. se si arrivasse in ritardo, è cmq possibile ripiegare sull'associazione abruzzesi che il 23 marzo, alla modica cifra di 30$ a testa, porta tutti a raccogliere castagne. è incluso il viaggio in pullman e il morning tea.

PS nel retrocopertina, le offerte del supermercato thinkTRIM's: 300g di fichi a 2.49$

Paperulo esporta la democrazia


ma quanto è 90's questo turchese?

mercoledì 20 febbraio 2013

votAntonio. magari....


oggi alla RMIT University c’è stato un seminario sul voto in Italia organizzato dal prof. Bruno Mascitelli, che avevo ascoltato alla LUISS quando aveva presentato il suo libro sui parlamentari australiani di origine italiana. Sentir raccontare dall’esterno l’allegra evoluzione recente della politica italiana non è stato privo di gusto. La sala era piena di italiani residenti in Australia, australiani con qualche nonno italiano e qualche curioso di passaggio. Dopo un’ora di interessante discussione, mi sono reso conto che si parlava di tutto e di tutti, tranne che di un simpatico quanto stempiato protagonista. C'era sconcerto per l’ennesima candidatura di Berlusconi, curiosità per la novità costituita da Grillo (che ha presentato candidati anche in circoscrizione estero) e per l’anomalia del governo tecnico di Monti. Perfino le notizie del sedicente masterizzato Giannino o i timori per le velleità secessioniste della Lega venivano fuori.
NESSUNO, invece, si interessava a Gigggi.
Bersani era considerato meno nuovo, meno strano, meno famoso, meno frocio, meno ladro, meno qualcosa di qualsiasi altro contendente. il dramma è che non avevano poi torto.


tutto questo però mi ha portato a realizzare qlcsa che sapevo benissimo, ma che finora non avevo troppo tenuto in considerazione: a ‘sto giro non voto.
era chiaro almeno da Natale, ma solo oggi mi sono accorto che, per la prima volta, si terrà una consultazione elettorale alla quale ho diritto a partecipare e non potrò farlo.
dall’elezione del rappresentante di classe in prima liceo (con un memorabile quanto discutibile esordio come presidente dell’Assemblea) a qualsiasi referendum che fosse venuto in mente all’ultimo dei radicali, non ho mai fatto mancare la mia presenza. tengo alla mia scheda elettorale quanto alle statistiche di spider (dove posso vantare 2 vittorie consecutive a quattro semi e 13 a due semi). Perfino al (primo) referendum sull’art. 18 votai scheda bianca, pur di assicurarmi il piacere di impugnare (a vuoto) la matita copiativa.
nel 1999, ormai alle soglie della maggiore età, sviluppai venature antieuropeiste per quelle elezioni piazzate in un inutile giugno (cosa costava a un'Europa ancora a 15 aspettare qualche settimana e votare il 3 agosto?). Per fortuna, con le regionali del 2000 arrivò il primo voto “vero” e, tra l’altro, l’unico con quel meraviglioso certificato elettorale nominale, ricevuto a casa, e che per anni avevo invidiato ai miei genitori. Di lì a poco salutai la sezione 18 del comune di Isernia (di solito presidiata in massa dalla famiglia Terzigni, che riusciva a coprire qualsiasi carica nel seggio), approdando quindi alla vita romana e alla più anonima cabina nella scuola di via Reggio Calabria.

oddio, certo non è stata una storia di successi.
al liceo, i miei tentativi di boicottaggio di Cosimo Apollonio in sede di scrutinio risultarono inutili: stravinse, risultando primo eletto all’ambita carica di rappresentante della IA dell’Ettore Majorana. Il voto a Di Stasi alle regionali del 2000 fu reso inutile dal Consiglio di Stato che rimandò il Molise alle urne e Iorio in Giunta dopo nemmeno un anno (mi consolai portando la sentenza fresca fresca come argomento a piacere all’esame di Diritto pubblico). Il tentativo di una lista autonoma alle elezioni universitarie finì drammaticamente con gli avversari che presero il triplo dei nostri voti, spazzandoci via dal consiglio di facoltà di Scienze politiche nonostante le sicurezze che pensavamo derivassero dal metodo D’Hondt. Perfino i tentativi di elezione del nuovo amministratore di condominio dopo le vicende del perfido Nastasi finirono frustrate dalle dimissioni di quest’ultimo, ormai sull’orlo di una denuncia per appropriazione indebita.
Poi, in generale, una sfilza di voti dati a candidati più o meno impresentabili e destinati alla sconfitta o al dimenticatorio (Ettore Di Domenico – per Rutelli! –, Marrazzo, coalizioni che comprendevano quella simpatica canaglia di Mastella, e poi WaterWeltroni nel 2008). e con loro tutti i vari simboli con cui la fantasia della sinistra, del centrosinistra, del centro-sinistra, centro-centro-sinistra è riuscita a esprimersi.

e cmq no, stavòltanonvòto.
dotte disquisizioni algebriche, che sottolineano come (quasi) nessuna elezione si decida per un voto solo, non consolano una simile menomazione.

lunedì 18 febbraio 2013

week 2. planning settimanale

se il tasso di risposta alle email è un indicatore della gentilezza di un popolo (o, almeno dei suoi professori di diritto costituzionale), l'Australia batte gli USA 10-0.
l'anno scorso a Gainesville inviai una decina di email a professori, lecturers e forse anche a chi puliva i cessi della Law School, per chiedere di essere informato su eventuali seminari o workshops ai quali si poteva assistere. il massimo che ottenni fu qualche risposta di assenza di gente in anno sabbatico e la classificazione del dominio Luiss come spam da parte del server della University of Florida.
non pago di questo meraviglioso successo di critica e di pubblico, ci ho riprovato quest'anno in Australia.
ecco, in pochi giorni mi hanno risposto TUTTI: chi magari per dirmi che è al'estero (ma che cmq inoltrava la mail alla segretaria del dipartimento per farmi inserire in mailing list), chi per ringraziarmi di aver scritto, chiedendo qualche rigo di presentazione del progetto di ricerca sul quale sto lavorando, chi (addirittura, ed è pure il più figo del bigoncio) per invitarmi a pranzo con i suoi folks. insomma, c'è poco da aggiungere
ora, a parte il problema dei problemi in queste occasioni (riassumibile nell'aurea massima #CHECCAZZOMIMETTO?), iniziano a profilarsi gli impegni più o meno seri del periodo Aussie.
si inizia domani con un promettente seminario sulle elezioni italiane (non voglio neanche pensare cosa si dirà del nostro giovane e vigoroso ex premier) e si prosegue poi con una due-giorni nella ridente Canberra, per incontrare un prof dell'Australian National University e alcuni funzionari del Parlamento federale.
tra l'altro, a quanto si dice, Canberra è nota per alcuni appetitosi tratti distintivi, quali: è più insignificante di Ottawa e Isernia messe insieme; fa un freddo pipone; le sue uniche attività sono la burocrazia federale e le fiorenti industrie dei fuochi d'artificio e del porno.
insomma, non mancano i motivi di interesse...

venerdì 15 febbraio 2013

meeting the aussie

inizio a adorare gli Aussie (anche detti Oz: per approfondimenti, leggi qui)
sono così gentili che fanno quasi tenerezza, lontani anni luce dalla cialtroneria yankee sperimentata un Florida un anno fa.
provando a definirli, vengono i mente solo aggettivi dal gusto retrò che sanno di buono.
direi che sono frugali (è facile incontrarne a piedi nudi (!) e non nel parco come quel sex symbol di Robert Redford - checché ne dica Gabriele -, ma in metropolitana o al supermercato); garruli, anche (i bar sono sempre strapieni e il vociare fa simpatia); e pure abbienti (i bar saranno anche pieni, ma un caffè non te lo smollano per meno di 2.80$).
poi devono essere clamorosamente fisionomisti. il tizio del bar sotto casa ("My legendary girlfriend", che mi ha praticamente adottato) mi ha riconosciuto al secondo giorno in cui passavo a prendere un cappuccino (a proposito, qui quando si ordina un caffé o simili, va aggiunta l'indicazione "no/one/two sugar", perché ci pensano loro. e vorrei vedere, a cinquemilalire a tazza...).
ecco, il lato economico è il punto dolente. la vita è carerrima. mi ci vorrebbe uno stipendio triplo per mantenere il tenore di vita abituale (che già di solito è ben al di sopra di quanto potrei permettermi). per avere un'idea: il cinema costa 18$ (14€). certo, dimostrano di essere lungimiranti e tolleranti, permettendo di portare la birra in sala (!). e poi, per un capolavoro come Django unchained qualsiasi spesa sarebbe adeguata (specie perchè ci si alza dalla comodissima poltrona sulle note del tema di Trinità). però insomma, poco non è.
poi sono in qualche modo necessariamente alternativi, indie, sostanzialmente underground, molto underground. il prof. che mi ospita (e che fuori dalla sua porta della sua stanza nel dipartimento di management ha il cartello "every morning I wake up on the wrong side of capitalism") oggi a pranzo a preso un chinotto. lo ha chiamato "cinoto", ma come si fa a non volergli bene?

e ora @pontifex?

pocoseria riflessione sulle ricadute tecnologiche dell'annuncio delle dimissioni del papa

ma che fine farà il celeberrimo account twitter @pontifex ?
uno dirà: vabbè, ratione officii, al prossimo pontefice, insieme al pastorale, al triregno e agli altri attrezzi del mestiere, andrà anche l'account. al massimo, ma pare improbabile, il buon Joseph potrà continuare a cinguettare liberamente, creandonsene uno tutto suo. tipo @papaemerito, @giàpontifex, @formereminenz o simili...
ma forse le cose non sono così semplici. 
se uno guarda alle condizioni di utilizzo di twitter, il punto 6 dice chiaramente che l'utenza è "personale, a livello mondiale, gratuita, non cedibile". che si fa? vendergliela non può (sarebbe anche simonia?). lasciare la password su un bigliettino, nemmeno. creare account nuovi tipo @pontifex2? @pontifexquellodopo sarebbe uno spreco, milioni di followers da riconquistare in piena campagna elettorale...
allora, forse, ecco la ragione della parte più misteriosa dell'annuncio di qualche giorno fa: questo inspiegabile periodo che intercorre tra l'annuncio dell'11 e il 28 febbraio (ore 20.00, ora di Roma), momento nel quale verrà rotto l'anello e inizierà la sede vacante.
l'utenza si può chiudere (https://support.twitter.com/articles/15358-how-to-deactivate-your-account) e lo user name rimane sospeso per trenta giorni, potendo poi essere ripreso in seguito (da altri, evidentemente: leggi qui). il tempo del conclave, a metà marzo, e si riparte.
ite missa est

PS. ma ve la immaginate una notifica che dice "your friend Pontifex has changed his profile pic"?

mercoledì 13 febbraio 2013

il mio voto secondo OpenPolis (democratico, radicale, tabacciano)

anche quest'anno è disponibile il giochino creato da OpenPolis sulla autocollocazione politica sulla base di un test a domandine.
io sono risultato ideologicamente vicino al PD (e vabbé), in prevedibile coabitazione con i radicali (e, fin qui, nessuna novità clamorosa), ma con una interessante e marxista apertura al socialismo di Tabacci. non era quotato però il recente movimento a sostegno di Toto Cutugno, notoriamente su posizioni apertamente europeiste e libertarie. subito dopo mi si danno come vicini Giannino e Vendola (accoppiata cromaticamente e avverbialmente inquietante) e via via gli altri, con la Destra buon ultima e Forza nuova, Lega e M5stelle a distanze paragonabili.



PS. non c'entra nulla, ma qui non si parla d'altro: Australia in delirio per l'affermazione di Gotye ai Grammy Awards, l'autore della canzone ufficiale del rosicamento postamoroso

martedì 12 febbraio 2013

chissenepapa

la reazione dei giornali australiani alla notizia delle dimissioni del papa sembra essere in quel sottile spazio tra il chissenefrega e il vabbé...
sicuramente c'entra un po' il fuso orario che non ha concesso granché tempo per commentare la cosa, ma cmq le sorti del soglio di Pietro non sembrano interessare più di tanto all'aussie medio.

l'edizione cartacea di The Australian (diciamo l'equivalente del Corriere della Sera) non lo riporta ancora e nel sito internet la notizia finisce in evidenza sì, ma su una spalletta a destra (che nel parallelo col corriere non sarebbe diverso dall'ultimo flirt di Belen o dalla quotidiana marchetta alla Apple), privilegiando l'appassionante dibattito sulla questione fiscale. tra l'altro, anche qui tempi duri per trasferimenti e compartecipazioni e la battagliera Julia Gillard, primo ministro laburista (donna!), minaccia tagli e accusa gli Stati di non aver riscosso abbastanza. insomma, anche qui ci sono i buchi, hanno fatto male i conti alla ragioneria generale e non hanno neanche la rassicurante prospettiva di un accordo con la Svizzera.

continuando con la rassegna stampa, il riformista The Age (quotidiano locale di Melbourne, paragonabile a un Guardian o a Repubblica), mette le dimissioni del papa in prima pagina, ma solo dopo aver ripercorso a fondo gli scandali del doping nel football australiano (tra l'altro, uno sport che merita sicuramente approfondimento). 
tra le reazioni dei politici locali però spicca quella di Tony Abbott, liberale e leader dell'opposizione in Parlamento, che da quanto mi è parso di capire ha uno stile non dissimile dal Calderoli dei tempi migliori (e senza neanche ricorrere a canottiere illustrate). alla notizia delle dimissioni di Ratzinger ha rassicurato tutti che non ha intenzione di candidarsi a papa perché ha abbandonato quella strada anni fa (prima di entrare in politica era in seminario) e che quello di papa è un mestiere duro come tutti gli altri, quindi andare in pensione a 85 anni non è sorprendente. genioh!
detto questo, ancora non mi allineo al fuso e da quando sono arrivato praticamente sono quasi a digiuno, mi sveglio alle 5 e vado a letto a orario telegiornale. di questo passo sarò tuned con il mondo circostante più o meno il giorno in cui rientro in Italia.


lunedì 11 febbraio 2013

da che punto guardi il mondo...

e ci risiamo. di nuovo.
soggiorno all'estero chiama blog.
eppure in un anno tutto, o quasi, è cambiato.
da Gainesville a Melbourne c'è più dei 15.562,57 km in linea d'aria. c'è un percorso tortuoso che passa anzitutto per le Isole Tremiti, a loro volta incredibilmente vicine alla periferia settentrionale di Londra; un percorso che comprende, almeno,
- 289 giorni
- 6.936 ore (che poi sarebbero 104.040 "canzoni", secondo l'unità di misura del tempo elaborata negli ultimi anni del liceo)
- una decina di rum Zacapa strategicamente distribuiti
- un servizio fotografico dedicato a un filtro da the a forma di paperella
- (solo) 11 partite a calcetto (Mazzo', dobbiamo riprendere in mano la situazione)
- diversi viaggi, molti a vuoto, altri - per fortuna - meno, per concorsi o sedicenti tali tra l'Italia centro-danubiana e la Liguria tedesca
- 21 noleggi car sharing
- il ritorno e l'esonero di Zeman
- la domanda per l'abilitazione
- Ruzzle
- 340€ di IMU, in due comode rate

detto questo, se certamente è vero che non tutto ciò che viene dopo è progresso, quello che è venuto dopo Gainesville lo è stato. e guardarlo da qui fa un certo effetto. anzi, cambiando prospettiva lo si capisce meglio.
ho visto un paio di planisferi appesi in giro e mi ha colpito una cosa in sé abbastanza banale: mettono il Pacifico al centro e non l'Atlantico. essendo agli antipodi, appunto, la cosa è abbastanza scontata. ma l'effetto di mettere il 180°meridiano al posto di Greenwich è quello di invertire completamente i rapporti tra centro e periferia, tra cosa è protagonista e cosa è marginale.
così sembra che il resto del mondo faccia da cornice all'Australia mentre sparisce l'idea indotta dalle mappe di casa nostra secondo cui il Mediterraneo sarebbe al centro del mondo e lo Stivale al centro di questo. Vabbé, in sé nulla di originale, ma - direbbe Dolores - "poi capita che ci penso su, e finisce che mi perdo tutta la trama".
dopo questo eccesso gratuito di lirismo e in assenza di una dotta disquisizione sull'elaborazione del titolo e i riferimenti culturali del nuovo diario online, si può dichiarare ufficialmente aperto il blog 2013.