sabato 9 marzo 2013

in the end...


valigie appena chiuse, caldo tremendo e sensazione di fastidio al pensiero di trascorrere le prossime 26 ore in compagnia di China Southern e delle sue discutibili zuppe di noodles e pollo.
nel chiudere il blog pensavo ai momenti in cui scrivevo i post conclusivi dei diari precedenti in Canada e USA. e a differenza di Ottawa e Gainesville, a Melbourne ci tornerei volentieri (egràziàlcàzzo, si potrebbe replicare).
il discorso sarebbe lungo, ma qui davvero si potrebbe star bene. non a caso, il motto dello Stato di Victoria (di cui Melbourne è capitale) è "The place to be". e manco c'hanno torto. sarà che sono arrivato in estate e in un mese ha piovuto un giorno solo, sarà che cmq ho girato un po' e ho potuto scegliere cosa vedere, ma qui insomma "stanno avanti" (o siamo noi che stiamo indietro? oppure noi non stavamo messi male, ma l'outlook è diventato improvvisamente negativo? in altri termini: QUANDO stiamo andando?)

poi, che accorgersi che qui si stia così bene è "sorprendente", se non altro perché nella "cultura popolare" l'Australia semplicemente non esiste. escludendo (appunto) Giorgie, Mr. Crocodile Dundee e Risiko, non c'è uno straccio di riferimento di ampia circolazione. non un film che prescinda dallo stereotipo del posto dimenticato e lontano, pieno di gente rude e con la faccia bruciata dal sole (se non l'avete visto, risparmiatevi il pippone con Nicole Kidman e Hugh Jackman. è aberrante e cmq, proprio per dare un riferimento circostanziato allo spettatore, si intitola "Australia". punto.). per il resto, sono solo ambientazioni un po' sminchie (Mission Impossible II) o fasulle (il finale di Point Break ho scoperto essere stato girato in Oregon).
i riferimenti italici sono ancora peggiori. l'unica canzone italiana che mi è riuscito di trovare è addirittura di Mango (che cmq è un genio), che per altro - anche a conoscerla - si limita a parlare di "coste alte e mare aperto / cielo immenso sul deserto" e ovviamente di "spiagge bianche e barriere di corallo" (attaccandoci poi una rima baciata inascoltabile: "montagne e vaste praterie da percorrere a cavallo")...

Detto questo, si riparte.
Paperulo è soddisfatto di aver conquistato il nuovissimo continente, di aver conosciuto quelle bestie immonde dei locals e di avervi esportato la democrazia. Ora può tornare da chi lo aspetta.


giovedì 7 marzo 2013

di sedicenti cappuccini, di ulteriori anomalie Aussies, digital divide, The Club e altro ancora

indovina indovinello (la cui traduzione pare sia "riddle me this")... cos'è questo?
risposta: un flat white. no, non è un cappuccino, è un flat white. (ma che differenza c'è? sapessi...) 
cambiando ripetutamente bar alla ricerca di una soluzione al mistero dello zucchero (che per ora rimane ancora insoluto), ho visto che uno degli ordini più ricorrenti era questo misterioso flat white. nonostante mi facesse pensare piuttosto a una piadina/tortilla, mi sono deciso a ordinarlo al buio. trovandomi poi davanti ciò che io definirei un cappuccio giusto un po' più caffettoso del solito (un cappuccino "scuro" nel GRA, una sorta di "macchiatone" a Padova) ho fatto qualche diligente ricerca e ho scoperto che c'è tutto un mondo dietro. una ricca voce wikipedia mi consola affermando che "è similar to original Italian cappuccino", ma un comunicato ufficiale dell'agenzia  neozelandese del turismo lo nazionalizza etichettandolo baldanzosamente "definitely an Australasian beverage".
cmq il busillis è a monte. le culture anglosassoni hanno attribuito ad altro la denominazione "cappuccino" [pronuncia: kæpəˈnnon dissimile dal modo in cui si esprime Lin, il cinese che gestisce il baretto sotto casa a via Padova e che mi accoglie col sorriso e la domanda "cap'cìno? caf'late? colneto?"]. insomma, con "cappuccino" identificano quel beverone immondo per quantità, qualità e temperatura che viene ormai distribuito da Starbucks e dai suoi epigoni. di conseguenza, se volete che vi servano una bevanda composta da 150-180 ml (dei quali 1/3 di caffè espresso e il resto di latte), con una schiuma a grana fina ottenuta da latte scaldato con vapore a 60-70 gradi e che il tutto sia presentato in una tazza di ceramica, dovete ordinare un flat white. e, direi, se ci tenete proprio al rispetto di tutti i requisiti appena descritti, avete bisogno di un analista bravo. (per ulteriori masturbazioni mentali sul tema: leggete qui).

ah, c'è da fare un'aggiunta agli elementi di anomalia di questi anglofoni degli antipodi. a quanto mi è parso di capire, non conoscono quella frustrante attività del calcolo delle mance a fine pasto. cioè, un po' come da noi, se gliela vuoi lasciare bene, altrimenti non c'è quella tiritera del 10-15% e giù a calcolare e a finire i contanti e a pensare limortàccituaguadàgnippiùddemé.
poi, per fortuna, sono più svegli degli americani e nei negozi e nei supermercati espongono direttamente il prezzo finale, comprensivo delle tasse. cosa che gli yankee non fanno e che mi faceva imbestialire alquanto.

distribuzione del voto al M5S
venendo a qualche altra info sulla quotidianità di questi ultimi giorni in Australia, ieri c'è stato il seminario sulle elezioni italiane e finalmente ho potuto dare sfogo al mio ego e a una decina di giorni di lettura solipsistica della rassegna stampa. preparando le slides, ho pensato un po' alle varie ipotesi che circolano in questo momento e, per fortuna, ho trovato conforto nelle posizioni del buon Don Gallo e dei suoi commentatori, che sono tornati sul mitico Codice di comportamento degli eletti del M5S con posizioni abbastanza simili a quello che avevo provato a dire io.
a proposito, per fortuna c'è chi si accorge (anche se è da tempo che se ne parla) che sto cavolo di mito del governo da parte del popolo della rete e dell'interazione dal basso alla base del MoVimento è abbastanza una presa per il culo, almeno per il momento, e che molti aspetti della comunicazione di Grillo e dei suoi non sono poi anni luce dalle videocassette confezionate in casa con la calza sull'obiettivo. tra l'altro, se uno guarda la distribuzione dei voti del M5S sul territorio nazionale (v. cartina a fianco), trova una cosa secondo me sorprendente. è clamorosamente omogeneo. certo, con qualche "picco" (in Sicilia perchè cmq sono "al governo" e in Liguria, che è il feudo del capo) e qualche flessione (in Lombardia, magari per il traino del voto utile a a Ambrosoli). sì però, questa mappa è inconciliabile con l'idea che l'elettore di Grillo sia il giovane/giovaneadulto, istruito, nerd e informatizzato. nel Paese occidentale con uno dei più profondi digital divide (sia territoriale che generazionale) che si conosca questa teoria non può reggere. 

ultima cosa: ma è possibile che a nessuno sia ancora venuto in mente di strutturare una simil-autopresentazione dei candidati a cinque stelle come le meravigliose interviste-lampo di The Club
"chi sei, come ti chiami?" sono Aldo, da Correggio "dicci tre aggettivi per descriverti" beh, giovane, impegnato... connésso (ma non sarà mai come "solare.... simpatico... ah, solare!", nè "ciao Robbie Williams" ?!?!?) "cosa puoi offrire al movimento?" l'esperienza di autogestione della carta igienica nel mio condominio tirato su con il social housing "il giorno più bello della tua vita?" QUESTOOOOO!







PS. salutiamo con favore il ritorno al blogging del cugino Buddah

martedì 5 marzo 2013

il richiamo della vita quotidiana

in molti* mi chiedono di tornare a dire qlcsa dell'Australia e della vita quotidiana qui
(* ovviamente non è vero, ma pare che millantare richieste di intervento sui temi più disparati sia un'ottima tecnica per attivare l'attenzione. tra l'altro è un espediente abusato da ben noti mitomani-sedicenti-costituzionalisti dei social network e lo stato in cui versa il dibattito sul post-elezioni dimostra, drammaticamente, che c'è chi li ascolta)
magari però, almeno il buon Sacco, apprezzerà...

cmq, per dire la mia sugli australiani, la migliore definizione che mi viene in mente è che siano degli anglosassoni anomali. per alcuni versi un misto tra UK e US riveduto e corretto, un po' più elementari nei meccanismi di funzionamento e un po' meno fenomeni nel rapporto con il resto del mondo. ecco, sanno che stanno bene, ma non si illudono di essere il faro della civiltà mondiale. non hanno pretese egemoniche su alcunché (e del resto gli aborigeni li hanno già sapientemente fatti fuori per tempo) e si godono un territorio grande come gli USA continentali, abitato però da un numero di individui pari a quelli che della sola Shanghai (che pochissimi non sono, ma insomma, la densità di popolazione è vicina a quella della Mongolia).

cmq, si diceva "anglosassoni" perché:
- parlano inglese (o, almeno, qlcsa che loro ritengono lo sia: le vocali sono marcatissime e se sei distratto sembra quasi che suoni simile a un italiano un po' meno musicale);
- guidano a sinistra con il volante a destra (e, tra l'altro, con tutti i comandi invertiti: le frecce si mettono con la mano dx e i tergicristalli si azionano con la sx; il volume dell'autoradio è a dx e il tuner a sx... aiuto!). tra l'altro, devono essere consapevoli che si tratti di una cosa altamente contronatura, tanto che la strada è disseminata da cartelli "drive on left in Australia"... o sono troppo cortesi con i turisti, o si sbagliano anche loro
- mangiano uova a colazione e non cucinano a casa praticamente mai
- mettono la moquette davvero dovunque
- il sabato mattina giocano a cricket (e nonostante una buona mezzora di osservazione, confermo di non capirci nulla, neanche chi stava in squadra con chi)
- rifiutano pervicacemente le virtù del miscelatore per i lavandini 
- nel we si ubriacano come le merde
- partecipano anche loro al complotto mondiale per l'eliminazione del piano terra (complotto del quale è complice anche MammaLUISS, per la verità)

quindi sicuramente anglosassoni, ma "anomali" perché:
- hanno il sistema metrico decimale (metri, kilogrammi, gradi Celsius, ...)
- la corrente a 220V (deo gratias)
- non sono affatto ossessionati dalla privacy
- usano ancora i contanti in modo abbastanza diffuso
- hanno abitudini alimentari sorprendentemente sane e varie, almeno nel senso che la frutta e la carne sono ottime (e non di plastica come negli USA), abbondano i prodotti biologici e hanno a disposizione una varietà di cucine asiatiche e del resto del mondo davvero invidiabili

andrebbe fatta qualche considerazione sulla lingua o sulle espressioni ricorrenti. su questo il blog del periodo in Florida era di certo molto più accurato.
direi però no worries. già, no worries. qualunque cosa capiti nella vita, dalla richiesta di un cappuccino a una temperatura che non dilapidi immediatamente il patrimonio di mucose orali, al bancomat che si mangia la tua carta (mapòrcaputtàna!), la risposta è solo una: no worries. alle volte verrebbe da rispondere con un prosaico "se, il cazzo!" (oddio sto eccedendo con il torpiloquio: siamo già a questo punto nell'Italia di Grillo?), però è rassicurante sentirli. Severgnini lo aveva detto (prima che diventasse stucchevole leggerlo). gli australiani affrontano la vita così
meno piacevole è quel "seee yAAAA!" che ti accompagna mentre esci da un negozio. stridulo, decisamente, quasi da unghie sulla lavagna.
utile appendice (specie per la cugina, che è appassionata al tema): probabilmente i libri di inglese su cui abbiamo studiato a scuola sono scritti da australiani. è la prima volta che sento usare la parola bathroom per identificare il bagno (anche se, "amico mio, il mondo è tutto un cesso"), senza ricorrere alle declinazioni yankee di washroom o britanniche di loo che tanto ci hanno fatto penare nei momenti dei bisogni.

altre cose da segnalare? uhm vediamo...
il mistero dello zucchero. sarebbe il paradiso di mio nonno. noto per la sua totale avversità a qualsiasi lavoro domestico, pare che quando mia nonna gli portava il caffè appena fatto, fosse solito fissarla in attesa dell'agognato cucchiaino e mezzo di dolcificante. a quel punto, quasi a rivendicare il diritto a un sorso bollente e privo di intermediazioni proprie, aggiungeva "e non me lo giri?" (applausi a scena aperta, tipo quelli meritati da Angela Lansbury - ! - a Sydney sabato sera). cmq, tornando a noi, qui lo zucchero va richiesto al momento dell'ordine, ce lo mettono loro e - meravigliosamente - te lo girano pure. se però dimentichi di chiederlo, sei perduto. nei locali diversi da Starbucks non si trova. se provi a intervenire ti bacchettano. non è igienico riaprire il caffè una volta che te l'hanno messo in mano.

gli orari. non si ammazzano affatto di lavoro. alle 5 e qlcsa l'università sembra l'assemblea fondativa di un movimento di centrodestra alla quale non sono arrivati gli autobus dei pensionati in gita. pranzano che io non ho ancora digerito la colazione ma la sera, almeno a Melbourne, si cena tranquillamente fino alle 9.

il costo della vita (tema da sempre caro al da sempre caro Lombardi). punto dolente. peggio di quanto ci si possa aspettare. considerando che, al momento, il cambio è più o meno 5€=6$AUS, un caffè non costa meno di 3.20$, un quotidiano 2$, l'abbonamento settimanale al tram (fondamentale, viste le distanze) 35$, una birra 9$, un volo interno di sola andata 130$, una cena discreta sui 35$. 

lunedì 4 marzo 2013

quod non referendum... que (re)viva il Mattarellum!

non per appesantire il tono del blog, ma insomma, seguendo con un minimo di "passione civile" l'evoluzione delle cose, provo a dire la mia. prometto poi di tornare a parlare di spiagge e koala (a proposito, ieri ho fatto anche il bagno, tie')
resto convinto che prima ancora del conflitto di interessi, prima ancora dei tagli etc etc, il primo provvedimento di un qualsiasi governo si insediasse da qui a due mesi dovrebbe essere l'abrogazione (secca) della l. 350 del 2005 (il cosiddetto "Porcellum"") e la disposizione della reviviscenza della legge precedente (stando sempre alle denominazioni giornalistiche, il "Mattarellum").

[per capirci, questa ipotetica legge determinerebbe lo stesso esito al quale miravano le due richieste di referendum ritenute inammissibili dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 13 dell'anno scorso]

se e' vero, come ha detto la Corte, che la reviviscenza non puo' essere disposta per referendum (e lasciamo perdere il fatto che secondo me il quesito era inammissibile perche' operava su una novella e non sulla legge in vigore) sicuramente puo' farlo il legislatore. e allora, cavolo, lo faccia!


non che poi ci si debba tenere il Mattarellum. sarebbe solo una operazione precauzionale: visti i chiari di luna di questa legislatura che ancora deve cominciare, e' probabile che si torni a votare a breve. oppure, che ricominci un ennesimo dibattito sulla riforma della legge elettorale (con non troppe chance di approdare a qlcsa). ecco, con questo mezzo si cambierebbe almeno lo status quo legislativo e quindi, se anche si tornasse a votare all'improvviso, almeno lo si farebbe con una legge "decente". inoltre, l'opzione e' bella e fatta. esisteva gia' prima e non c'e' bisogno di fumose riunioni notturne per trovare un comune denominatore tra coloro che dovranno decidere e, ancora prima, fumose riunioni notturne per decidere chi dovra' partecipare a fumose riunioni notturne per trovare un comune denominatore.

certo, i collegi uninominali non sono il massimo. possono far paracadutare big e sconosciuti dovunque. puoi essere del Mugello e vedere che il tuo candiato e' Di Pietro (che, nonostante il suo nobile inglese, non ha proprio la parlata toscanaccia). o essere altrove e beccarti Rosy Bindi o Bondi. e non e' bello. ma magari con un sistema di primarie (Pd-style, o magari on line, o con l'applausometro de "La sai l'ultima", come vi pare) potrebbe diventare migliore di molti altri sistemi. e, di certo, migliore di quello che abbiamo adesso.

il limite di questa idea e' forse nella sua natura partentetica, al limite del crociano (vabbe' ho appesantito troppo il tono). ma magari potrebbe aiutare a superare la stasi e a relegare in una parentesi (questa volta, in un corpo in avanzata decomposizione) la parte finale della "Repubblica di Arcore" (che poi secondo me e' il modo migliore di definire la cd. "seconda Repubblica")
dixi et salvavi animam meam

sabato 2 marzo 2013

Paperulo completa l'opera

l'opera è compiuta. il nuovissimo continente è ai suoi piedi. Paperulo può iniziare a fare le valigie e, tra poco più di una settimana, tornare nel mondo dorato delle targhe alterne e del miscelatore. 
meno di un mese di assenza e nel GRA sono saltati, papi, governi e un intero sistema di potere. tornerà lui a mettere le cose a posto. aggiat'c pacienza!

venerdì 1 marzo 2013

Edmund Burke in salsa grillina? primi segnali di emancipazione dalvincolo di mandato dei "cittadini" (eletti) a 5 stelle

qualunque cosa fai, ovunque te ne vai, non puoi non parlare di Grillo e dei suoi. o almeno provare a formarti un'opinione.
premesso che non ho una avversione preconcetta per il MoVimento (mi raccomandomla "V" maiuscola),  e che preferirei di gran lunga un tentativo di governo con loro che pietire l'appoggio di Cicchitto e company, ecco qualche riflessione sulla bozza di Codice di comportamento da poco pubblicato sul sito che ne diffonde il verbo.

a una prima occhiata, il proto-"non-Statuto" è una completa rottura con le promesse di impostazione del rapporto eletti-elettori in senso quasi privatistico (tutta la retorica "siete nostri dipendenti" chi va in parlamento è solo un portavoce del popolo della rete e blablabla).
Se scorrete i punti uno per uno, spariscono completamentele promesse di consultazione costante della base circa la linea da portare avanti in parlamento. Esempi: 
elezione dei capigruppo: "Gli incarichi nelle commissioni parlamentari o in altri incarichi istituzionali delle due Camere verranno decisi a maggioranza da parte dei parlamentari riuniti di Camera e Senato" (e l'elettore a 5stelle che con il suo portatile vuole cambiare il mondo da casa sua?);
rinnovo dei capigruppo: "Rotazione trimestrale capogruppo e portavoce Camera e Senato con persone sempre differenti, la scelta dei capogruppo sarà operata dai gruppi di Camera e Senato" (manco allora gli si dà la possibilità di cliccare il nome?);
posizione da assumere in sede di votazione (punto fondamentale):"Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S"(questo è addirittura più grave, al limite dell'incostituzionalità, da un lato, e della completa abiura del parlamentare/portavoce della base, dall'altro: il parlamentare grillino quindi, di per sé non è "libero", ma finisce per dipendere dal gruppo e non dal MoVimento?).

Capiamoci, è così che funziona il (leggasi, un qualsiasi) parlamento. Questo è il senso del "mandato rappresentativo". Ce ne sarebbero di dotte disquisizioni tra VertretungRepräsentation e simili. Fiumi di inchiostro sono stati versati almeno negli ultimi tre secoli su cosa vuol dire "rappresentare" e quali sono i limiti all'assenza del vincolo di mandato. avranno mica letto Burke all'ultimo minuto? (su ebook scaricato gratuitamente, con licenza creative commons, da un computer linux caricato a energia solare, ovviamente)
in ogni caso, con qualche apertura (passiva) alle nuove tecnologie (vedi la quasi ridicola "spiegazione"giornaliera (!) dei voti espressi con un video pubblicato sul canale YouTube del MoVimento 5 Stelle: non poi così diversi dai videomessaggi del giovane e vigoroso ex premier), per il resto i primi passi del gruppo grillino ancora da costituire non sembrano una rivoluzione di chissà che tipo.

la non-dipendenza degli eletti (vezzosamente chiamati"cittadini", quasi a volerli parificare a chi ce li ha mandati) è evidente in ogni punto del regolamento.
addirittura si prevedono soglie (facoltative) di supporto alle proposte di legge da portare avanti, lasciando cmq ai rappresentanti: "Le richieste di proposte di legge originate dal portale del MoVimento 5 Stelle attraverso gli iscritti dovranno obbligatoriamente essere portate in aula se votate da almeno il 20% dei partecipanti. I gruppi parlamentari potranno comunque valutare ogni singola proposta anche se sotto la soglia del 20%".  
l'unico punto in cui la partecipazione (ma solo alla decisione finale) sembra effettiva è sulla espulsione dal gruppo, che va cmq proposta (a maggioranza) dagli eletti e decisa (sempre a maggioranza) dagli iscritti mediante una votazione online. però insomma, se fossi un attivista e un "cittadino" eletto non seguisse quella che io ritenessi la linea del MoVimento, non potrei proporre (online, si capisce) la sua espulsione.

se è così, la presunta rivoluzione a 5 stelle è forse limitata a (qualche) mezzo e non sembra travolgere fini e essenza del rapporto tra cittadino e elettore.
mi sarei aspettato votazioni online su una piatta forma dedicata, tipo i pirati tedeschi. o come gli stessi grillini avevano detto finora (ad esempio per l'individuazione del candidato Presidente della Repubblica);conferme periodiche degli eletti (come avviene per i consiglieri regionali dello stesso movimento)

cmq, per parafrasarli: li vedremo in parlamento, sarà un piacere!


PS. risparmio i commenti stilistici sul documento. il ripetuto ricorso ai verbi servili ("dovrà/dovranno", "non dovranno","potranno"); l'uso indifferenziato di infinito e indicativo; il fatto che, con l'ultima modifica dei regolamenti di Camera e Senato, uno"statuto" devono averlo (o almeno chiamarlo così)...

PPS. sul MoVimento, cmq, le cose migliori le hanno dette loro (leggi qui)

giovedì 28 febbraio 2013

Mo', che ca*** dico a questi?

bene.
e seminario fu.
entro giovedì prossimo va capito cosa dire a un pubblico di australiani, italo-australiani, australo-italiani, australopitechi e simili cosa è successo e - soprattutto - cosa succederà nello Stivale con il voto di domenica e lunedì.
pensavo anzitutto di prepararmi una lista dei possibili candidati alla Presidenza della Repubblica. a occhi e croce, Grillo e i suoi proporranno tipo: 
- Claudio Bisio, a patto che imiti  Dario Fo per tutto il settennato
- Adriano Celentano (ma ve lo immaginate un discorso di fine anno con le pause di 6 minuti?)
- il parrucchiere di Casaleggio
- Telespalla Bob come sosia di Casaleggio
- Guy Fawkes
- un tizio scelto dalla rete, a patto che indossi la maschera di Guy Fawkes
- una donna con il ciclo mestruale perenne e la mooncup
nel frattempo, ho scoperto che una papabile alla presidenza della Camera è in pratica una mia ex studentessa. cazzo. sono vecchio. mi consola solo pensare che anche lei tra una decina d'anni magari sposerà  un manichino più giovane di lei e poi condurrà in TV un programma intitolato "Bisturi! Nessuno è perfetto".
cmq, una delle notizie più belle sarebbe che la ventiquattrenne Viola che ha lanciato la petizione online per il governo Grillo-Bersani in realtà è un fake. è Sposetti, che non sa più che fare e passa i pomeriggi a chattare chiamandosi Fragola86.

PS. non c'entra nulla, ma che fine ha fatto Lamberto Sposini? era stato male ma ne ho perse le tracce. nonostante l'apparenza ovattata è uno che i numeri li ha sempre avuti, come quando ci ha regalato perle come nel video qui accanto

PPS. c'entra ancora meno, ma il vero tema di ricerca che mi appassiona in questi giorni è una costruzione disco-bibliografica che evidenzi la continuità tra Tony Tammaro e Checco Zalone. per chiunque fosse a Napoli oggi, imperdibile il concerto del grande Maestro (leggi qui)
tra l'altro, dal sito si può scaricare aggratis il mitico "Manuale del giovane tamarro", memorabile pubblicazione che ha guidato l'adolescenza di molti di noi...

com'è evidente, non c'ho un cazzo di voglia di lavorare oggi...

lunedì 25 febbraio 2013

divagazioni lunari, in attesa dei risultati elettorali

mi sono accorto che qui ho la luna "storta".
non la luna nera della indimenticata Cloris Brosca (e, per altro, l'aver perso e ritrovato il passaporto e il mac nuovo nuovo a una settimana dalla partenza non può che essere indice di gran culo).
e neanche nel senso figurato del cattivo umore.
"storta" nel senso letterale, quasi capovolta. non c'avevo mai pensato. non è il dark side of the moon, è sempre lo stesso lato, ma alquanto ruotato. del resto, gravità permettendo, qui si è a testa in giù.


volendo sviolinare: storta così, la luna è assai meno antropomorfa, e diventa difficile vederci un viso. chissà se questa prospettiva l' avessimo avuto noi "boreali". magari pastori erranti non le avrebbero dedicavano canti notturni. né Peppinidicapri l'avrebbero accusata di falsa testimonianza. (tra l'altro: ma l'inversione di genere tra Sole e Luna in tedesco - die Sonne, "la" sole, e der Mond, "il" luna - ha conseguenze sulla letteratura?).
cmq a vederla fa un certo effetto. come l'acqua che scende al contrario nello scarico del rubinetto (ma, a quanto mi risulti, questo non ha portato a ispirazioni poetiche in nessuno dei due emisferi).

cmq, per farla breve, l'attesa per i risultati elettorali è altissima. le urne si chiuderanno quando qui sarà l'una di notte e quindi potrò concedermi una maratona elettorale just like the ones we used to know, a notte fonda.
nel frattempo, gli altri risultati attesi in giornata (fantacalcio e notte degli Oscar) finora non  hanno sorpreso. i Fantaspumeggianti sono in pieno affanno e stentanto a risalire in classifica. Christoph Waltz meriterebbe statuette anche per le comparsate. speriamo che anche gli exit polls, le proiezioni su dati reali (ma quanto è bella come espressione?) e la faccia pagnoncella di Pagnoncelli non si inventino nulla di eccessivamente inaspettato.

PS. per chi se le fosse perse, qui qualche foto dalla Great Ocean Road (seguirà dettagliato post sulla guida in Australia): http://www.flickr.com/photos/93487826@N03/show/