sabato 9 marzo 2013

in the end...


valigie appena chiuse, caldo tremendo e sensazione di fastidio al pensiero di trascorrere le prossime 26 ore in compagnia di China Southern e delle sue discutibili zuppe di noodles e pollo.
nel chiudere il blog pensavo ai momenti in cui scrivevo i post conclusivi dei diari precedenti in Canada e USA. e a differenza di Ottawa e Gainesville, a Melbourne ci tornerei volentieri (egràziàlcàzzo, si potrebbe replicare).
il discorso sarebbe lungo, ma qui davvero si potrebbe star bene. non a caso, il motto dello Stato di Victoria (di cui Melbourne è capitale) è "The place to be". e manco c'hanno torto. sarà che sono arrivato in estate e in un mese ha piovuto un giorno solo, sarà che cmq ho girato un po' e ho potuto scegliere cosa vedere, ma qui insomma "stanno avanti" (o siamo noi che stiamo indietro? oppure noi non stavamo messi male, ma l'outlook è diventato improvvisamente negativo? in altri termini: QUANDO stiamo andando?)

poi, che accorgersi che qui si stia così bene è "sorprendente", se non altro perché nella "cultura popolare" l'Australia semplicemente non esiste. escludendo (appunto) Giorgie, Mr. Crocodile Dundee e Risiko, non c'è uno straccio di riferimento di ampia circolazione. non un film che prescinda dallo stereotipo del posto dimenticato e lontano, pieno di gente rude e con la faccia bruciata dal sole (se non l'avete visto, risparmiatevi il pippone con Nicole Kidman e Hugh Jackman. è aberrante e cmq, proprio per dare un riferimento circostanziato allo spettatore, si intitola "Australia". punto.). per il resto, sono solo ambientazioni un po' sminchie (Mission Impossible II) o fasulle (il finale di Point Break ho scoperto essere stato girato in Oregon).
i riferimenti italici sono ancora peggiori. l'unica canzone italiana che mi è riuscito di trovare è addirittura di Mango (che cmq è un genio), che per altro - anche a conoscerla - si limita a parlare di "coste alte e mare aperto / cielo immenso sul deserto" e ovviamente di "spiagge bianche e barriere di corallo" (attaccandoci poi una rima baciata inascoltabile: "montagne e vaste praterie da percorrere a cavallo")...

Detto questo, si riparte.
Paperulo è soddisfatto di aver conquistato il nuovissimo continente, di aver conosciuto quelle bestie immonde dei locals e di avervi esportato la democrazia. Ora può tornare da chi lo aspetta.


giovedì 7 marzo 2013

di sedicenti cappuccini, di ulteriori anomalie Aussies, digital divide, The Club e altro ancora

indovina indovinello (la cui traduzione pare sia "riddle me this")... cos'è questo?
risposta: un flat white. no, non è un cappuccino, è un flat white. (ma che differenza c'è? sapessi...) 
cambiando ripetutamente bar alla ricerca di una soluzione al mistero dello zucchero (che per ora rimane ancora insoluto), ho visto che uno degli ordini più ricorrenti era questo misterioso flat white. nonostante mi facesse pensare piuttosto a una piadina/tortilla, mi sono deciso a ordinarlo al buio. trovandomi poi davanti ciò che io definirei un cappuccio giusto un po' più caffettoso del solito (un cappuccino "scuro" nel GRA, una sorta di "macchiatone" a Padova) ho fatto qualche diligente ricerca e ho scoperto che c'è tutto un mondo dietro. una ricca voce wikipedia mi consola affermando che "è similar to original Italian cappuccino", ma un comunicato ufficiale dell'agenzia  neozelandese del turismo lo nazionalizza etichettandolo baldanzosamente "definitely an Australasian beverage".
cmq il busillis è a monte. le culture anglosassoni hanno attribuito ad altro la denominazione "cappuccino" [pronuncia: kæpəˈnnon dissimile dal modo in cui si esprime Lin, il cinese che gestisce il baretto sotto casa a via Padova e che mi accoglie col sorriso e la domanda "cap'cìno? caf'late? colneto?"]. insomma, con "cappuccino" identificano quel beverone immondo per quantità, qualità e temperatura che viene ormai distribuito da Starbucks e dai suoi epigoni. di conseguenza, se volete che vi servano una bevanda composta da 150-180 ml (dei quali 1/3 di caffè espresso e il resto di latte), con una schiuma a grana fina ottenuta da latte scaldato con vapore a 60-70 gradi e che il tutto sia presentato in una tazza di ceramica, dovete ordinare un flat white. e, direi, se ci tenete proprio al rispetto di tutti i requisiti appena descritti, avete bisogno di un analista bravo. (per ulteriori masturbazioni mentali sul tema: leggete qui).

ah, c'è da fare un'aggiunta agli elementi di anomalia di questi anglofoni degli antipodi. a quanto mi è parso di capire, non conoscono quella frustrante attività del calcolo delle mance a fine pasto. cioè, un po' come da noi, se gliela vuoi lasciare bene, altrimenti non c'è quella tiritera del 10-15% e giù a calcolare e a finire i contanti e a pensare limortàccituaguadàgnippiùddemé.
poi, per fortuna, sono più svegli degli americani e nei negozi e nei supermercati espongono direttamente il prezzo finale, comprensivo delle tasse. cosa che gli yankee non fanno e che mi faceva imbestialire alquanto.

distribuzione del voto al M5S
venendo a qualche altra info sulla quotidianità di questi ultimi giorni in Australia, ieri c'è stato il seminario sulle elezioni italiane e finalmente ho potuto dare sfogo al mio ego e a una decina di giorni di lettura solipsistica della rassegna stampa. preparando le slides, ho pensato un po' alle varie ipotesi che circolano in questo momento e, per fortuna, ho trovato conforto nelle posizioni del buon Don Gallo e dei suoi commentatori, che sono tornati sul mitico Codice di comportamento degli eletti del M5S con posizioni abbastanza simili a quello che avevo provato a dire io.
a proposito, per fortuna c'è chi si accorge (anche se è da tempo che se ne parla) che sto cavolo di mito del governo da parte del popolo della rete e dell'interazione dal basso alla base del MoVimento è abbastanza una presa per il culo, almeno per il momento, e che molti aspetti della comunicazione di Grillo e dei suoi non sono poi anni luce dalle videocassette confezionate in casa con la calza sull'obiettivo. tra l'altro, se uno guarda la distribuzione dei voti del M5S sul territorio nazionale (v. cartina a fianco), trova una cosa secondo me sorprendente. è clamorosamente omogeneo. certo, con qualche "picco" (in Sicilia perchè cmq sono "al governo" e in Liguria, che è il feudo del capo) e qualche flessione (in Lombardia, magari per il traino del voto utile a a Ambrosoli). sì però, questa mappa è inconciliabile con l'idea che l'elettore di Grillo sia il giovane/giovaneadulto, istruito, nerd e informatizzato. nel Paese occidentale con uno dei più profondi digital divide (sia territoriale che generazionale) che si conosca questa teoria non può reggere. 

ultima cosa: ma è possibile che a nessuno sia ancora venuto in mente di strutturare una simil-autopresentazione dei candidati a cinque stelle come le meravigliose interviste-lampo di The Club
"chi sei, come ti chiami?" sono Aldo, da Correggio "dicci tre aggettivi per descriverti" beh, giovane, impegnato... connésso (ma non sarà mai come "solare.... simpatico... ah, solare!", nè "ciao Robbie Williams" ?!?!?) "cosa puoi offrire al movimento?" l'esperienza di autogestione della carta igienica nel mio condominio tirato su con il social housing "il giorno più bello della tua vita?" QUESTOOOOO!







PS. salutiamo con favore il ritorno al blogging del cugino Buddah

martedì 5 marzo 2013

il richiamo della vita quotidiana

in molti* mi chiedono di tornare a dire qlcsa dell'Australia e della vita quotidiana qui
(* ovviamente non è vero, ma pare che millantare richieste di intervento sui temi più disparati sia un'ottima tecnica per attivare l'attenzione. tra l'altro è un espediente abusato da ben noti mitomani-sedicenti-costituzionalisti dei social network e lo stato in cui versa il dibattito sul post-elezioni dimostra, drammaticamente, che c'è chi li ascolta)
magari però, almeno il buon Sacco, apprezzerà...

cmq, per dire la mia sugli australiani, la migliore definizione che mi viene in mente è che siano degli anglosassoni anomali. per alcuni versi un misto tra UK e US riveduto e corretto, un po' più elementari nei meccanismi di funzionamento e un po' meno fenomeni nel rapporto con il resto del mondo. ecco, sanno che stanno bene, ma non si illudono di essere il faro della civiltà mondiale. non hanno pretese egemoniche su alcunché (e del resto gli aborigeni li hanno già sapientemente fatti fuori per tempo) e si godono un territorio grande come gli USA continentali, abitato però da un numero di individui pari a quelli che della sola Shanghai (che pochissimi non sono, ma insomma, la densità di popolazione è vicina a quella della Mongolia).

cmq, si diceva "anglosassoni" perché:
- parlano inglese (o, almeno, qlcsa che loro ritengono lo sia: le vocali sono marcatissime e se sei distratto sembra quasi che suoni simile a un italiano un po' meno musicale);
- guidano a sinistra con il volante a destra (e, tra l'altro, con tutti i comandi invertiti: le frecce si mettono con la mano dx e i tergicristalli si azionano con la sx; il volume dell'autoradio è a dx e il tuner a sx... aiuto!). tra l'altro, devono essere consapevoli che si tratti di una cosa altamente contronatura, tanto che la strada è disseminata da cartelli "drive on left in Australia"... o sono troppo cortesi con i turisti, o si sbagliano anche loro
- mangiano uova a colazione e non cucinano a casa praticamente mai
- mettono la moquette davvero dovunque
- il sabato mattina giocano a cricket (e nonostante una buona mezzora di osservazione, confermo di non capirci nulla, neanche chi stava in squadra con chi)
- rifiutano pervicacemente le virtù del miscelatore per i lavandini 
- nel we si ubriacano come le merde
- partecipano anche loro al complotto mondiale per l'eliminazione del piano terra (complotto del quale è complice anche MammaLUISS, per la verità)

quindi sicuramente anglosassoni, ma "anomali" perché:
- hanno il sistema metrico decimale (metri, kilogrammi, gradi Celsius, ...)
- la corrente a 220V (deo gratias)
- non sono affatto ossessionati dalla privacy
- usano ancora i contanti in modo abbastanza diffuso
- hanno abitudini alimentari sorprendentemente sane e varie, almeno nel senso che la frutta e la carne sono ottime (e non di plastica come negli USA), abbondano i prodotti biologici e hanno a disposizione una varietà di cucine asiatiche e del resto del mondo davvero invidiabili

andrebbe fatta qualche considerazione sulla lingua o sulle espressioni ricorrenti. su questo il blog del periodo in Florida era di certo molto più accurato.
direi però no worries. già, no worries. qualunque cosa capiti nella vita, dalla richiesta di un cappuccino a una temperatura che non dilapidi immediatamente il patrimonio di mucose orali, al bancomat che si mangia la tua carta (mapòrcaputtàna!), la risposta è solo una: no worries. alle volte verrebbe da rispondere con un prosaico "se, il cazzo!" (oddio sto eccedendo con il torpiloquio: siamo già a questo punto nell'Italia di Grillo?), però è rassicurante sentirli. Severgnini lo aveva detto (prima che diventasse stucchevole leggerlo). gli australiani affrontano la vita così
meno piacevole è quel "seee yAAAA!" che ti accompagna mentre esci da un negozio. stridulo, decisamente, quasi da unghie sulla lavagna.
utile appendice (specie per la cugina, che è appassionata al tema): probabilmente i libri di inglese su cui abbiamo studiato a scuola sono scritti da australiani. è la prima volta che sento usare la parola bathroom per identificare il bagno (anche se, "amico mio, il mondo è tutto un cesso"), senza ricorrere alle declinazioni yankee di washroom o britanniche di loo che tanto ci hanno fatto penare nei momenti dei bisogni.

altre cose da segnalare? uhm vediamo...
il mistero dello zucchero. sarebbe il paradiso di mio nonno. noto per la sua totale avversità a qualsiasi lavoro domestico, pare che quando mia nonna gli portava il caffè appena fatto, fosse solito fissarla in attesa dell'agognato cucchiaino e mezzo di dolcificante. a quel punto, quasi a rivendicare il diritto a un sorso bollente e privo di intermediazioni proprie, aggiungeva "e non me lo giri?" (applausi a scena aperta, tipo quelli meritati da Angela Lansbury - ! - a Sydney sabato sera). cmq, tornando a noi, qui lo zucchero va richiesto al momento dell'ordine, ce lo mettono loro e - meravigliosamente - te lo girano pure. se però dimentichi di chiederlo, sei perduto. nei locali diversi da Starbucks non si trova. se provi a intervenire ti bacchettano. non è igienico riaprire il caffè una volta che te l'hanno messo in mano.

gli orari. non si ammazzano affatto di lavoro. alle 5 e qlcsa l'università sembra l'assemblea fondativa di un movimento di centrodestra alla quale non sono arrivati gli autobus dei pensionati in gita. pranzano che io non ho ancora digerito la colazione ma la sera, almeno a Melbourne, si cena tranquillamente fino alle 9.

il costo della vita (tema da sempre caro al da sempre caro Lombardi). punto dolente. peggio di quanto ci si possa aspettare. considerando che, al momento, il cambio è più o meno 5€=6$AUS, un caffè non costa meno di 3.20$, un quotidiano 2$, l'abbonamento settimanale al tram (fondamentale, viste le distanze) 35$, una birra 9$, un volo interno di sola andata 130$, una cena discreta sui 35$. 

lunedì 4 marzo 2013

quod non referendum... que (re)viva il Mattarellum!

non per appesantire il tono del blog, ma insomma, seguendo con un minimo di "passione civile" l'evoluzione delle cose, provo a dire la mia. prometto poi di tornare a parlare di spiagge e koala (a proposito, ieri ho fatto anche il bagno, tie')
resto convinto che prima ancora del conflitto di interessi, prima ancora dei tagli etc etc, il primo provvedimento di un qualsiasi governo si insediasse da qui a due mesi dovrebbe essere l'abrogazione (secca) della l. 350 del 2005 (il cosiddetto "Porcellum"") e la disposizione della reviviscenza della legge precedente (stando sempre alle denominazioni giornalistiche, il "Mattarellum").

[per capirci, questa ipotetica legge determinerebbe lo stesso esito al quale miravano le due richieste di referendum ritenute inammissibili dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 13 dell'anno scorso]

se e' vero, come ha detto la Corte, che la reviviscenza non puo' essere disposta per referendum (e lasciamo perdere il fatto che secondo me il quesito era inammissibile perche' operava su una novella e non sulla legge in vigore) sicuramente puo' farlo il legislatore. e allora, cavolo, lo faccia!


non che poi ci si debba tenere il Mattarellum. sarebbe solo una operazione precauzionale: visti i chiari di luna di questa legislatura che ancora deve cominciare, e' probabile che si torni a votare a breve. oppure, che ricominci un ennesimo dibattito sulla riforma della legge elettorale (con non troppe chance di approdare a qlcsa). ecco, con questo mezzo si cambierebbe almeno lo status quo legislativo e quindi, se anche si tornasse a votare all'improvviso, almeno lo si farebbe con una legge "decente". inoltre, l'opzione e' bella e fatta. esisteva gia' prima e non c'e' bisogno di fumose riunioni notturne per trovare un comune denominatore tra coloro che dovranno decidere e, ancora prima, fumose riunioni notturne per decidere chi dovra' partecipare a fumose riunioni notturne per trovare un comune denominatore.

certo, i collegi uninominali non sono il massimo. possono far paracadutare big e sconosciuti dovunque. puoi essere del Mugello e vedere che il tuo candiato e' Di Pietro (che, nonostante il suo nobile inglese, non ha proprio la parlata toscanaccia). o essere altrove e beccarti Rosy Bindi o Bondi. e non e' bello. ma magari con un sistema di primarie (Pd-style, o magari on line, o con l'applausometro de "La sai l'ultima", come vi pare) potrebbe diventare migliore di molti altri sistemi. e, di certo, migliore di quello che abbiamo adesso.

il limite di questa idea e' forse nella sua natura partentetica, al limite del crociano (vabbe' ho appesantito troppo il tono). ma magari potrebbe aiutare a superare la stasi e a relegare in una parentesi (questa volta, in un corpo in avanzata decomposizione) la parte finale della "Repubblica di Arcore" (che poi secondo me e' il modo migliore di definire la cd. "seconda Repubblica")
dixi et salvavi animam meam

sabato 2 marzo 2013

Paperulo completa l'opera

l'opera è compiuta. il nuovissimo continente è ai suoi piedi. Paperulo può iniziare a fare le valigie e, tra poco più di una settimana, tornare nel mondo dorato delle targhe alterne e del miscelatore. 
meno di un mese di assenza e nel GRA sono saltati, papi, governi e un intero sistema di potere. tornerà lui a mettere le cose a posto. aggiat'c pacienza!

venerdì 1 marzo 2013

Edmund Burke in salsa grillina? primi segnali di emancipazione dalvincolo di mandato dei "cittadini" (eletti) a 5 stelle

qualunque cosa fai, ovunque te ne vai, non puoi non parlare di Grillo e dei suoi. o almeno provare a formarti un'opinione.
premesso che non ho una avversione preconcetta per il MoVimento (mi raccomandomla "V" maiuscola),  e che preferirei di gran lunga un tentativo di governo con loro che pietire l'appoggio di Cicchitto e company, ecco qualche riflessione sulla bozza di Codice di comportamento da poco pubblicato sul sito che ne diffonde il verbo.

a una prima occhiata, il proto-"non-Statuto" è una completa rottura con le promesse di impostazione del rapporto eletti-elettori in senso quasi privatistico (tutta la retorica "siete nostri dipendenti" chi va in parlamento è solo un portavoce del popolo della rete e blablabla).
Se scorrete i punti uno per uno, spariscono completamentele promesse di consultazione costante della base circa la linea da portare avanti in parlamento. Esempi: 
elezione dei capigruppo: "Gli incarichi nelle commissioni parlamentari o in altri incarichi istituzionali delle due Camere verranno decisi a maggioranza da parte dei parlamentari riuniti di Camera e Senato" (e l'elettore a 5stelle che con il suo portatile vuole cambiare il mondo da casa sua?);
rinnovo dei capigruppo: "Rotazione trimestrale capogruppo e portavoce Camera e Senato con persone sempre differenti, la scelta dei capogruppo sarà operata dai gruppi di Camera e Senato" (manco allora gli si dà la possibilità di cliccare il nome?);
posizione da assumere in sede di votazione (punto fondamentale):"Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S"(questo è addirittura più grave, al limite dell'incostituzionalità, da un lato, e della completa abiura del parlamentare/portavoce della base, dall'altro: il parlamentare grillino quindi, di per sé non è "libero", ma finisce per dipendere dal gruppo e non dal MoVimento?).

Capiamoci, è così che funziona il (leggasi, un qualsiasi) parlamento. Questo è il senso del "mandato rappresentativo". Ce ne sarebbero di dotte disquisizioni tra VertretungRepräsentation e simili. Fiumi di inchiostro sono stati versati almeno negli ultimi tre secoli su cosa vuol dire "rappresentare" e quali sono i limiti all'assenza del vincolo di mandato. avranno mica letto Burke all'ultimo minuto? (su ebook scaricato gratuitamente, con licenza creative commons, da un computer linux caricato a energia solare, ovviamente)
in ogni caso, con qualche apertura (passiva) alle nuove tecnologie (vedi la quasi ridicola "spiegazione"giornaliera (!) dei voti espressi con un video pubblicato sul canale YouTube del MoVimento 5 Stelle: non poi così diversi dai videomessaggi del giovane e vigoroso ex premier), per il resto i primi passi del gruppo grillino ancora da costituire non sembrano una rivoluzione di chissà che tipo.

la non-dipendenza degli eletti (vezzosamente chiamati"cittadini", quasi a volerli parificare a chi ce li ha mandati) è evidente in ogni punto del regolamento.
addirittura si prevedono soglie (facoltative) di supporto alle proposte di legge da portare avanti, lasciando cmq ai rappresentanti: "Le richieste di proposte di legge originate dal portale del MoVimento 5 Stelle attraverso gli iscritti dovranno obbligatoriamente essere portate in aula se votate da almeno il 20% dei partecipanti. I gruppi parlamentari potranno comunque valutare ogni singola proposta anche se sotto la soglia del 20%".  
l'unico punto in cui la partecipazione (ma solo alla decisione finale) sembra effettiva è sulla espulsione dal gruppo, che va cmq proposta (a maggioranza) dagli eletti e decisa (sempre a maggioranza) dagli iscritti mediante una votazione online. però insomma, se fossi un attivista e un "cittadino" eletto non seguisse quella che io ritenessi la linea del MoVimento, non potrei proporre (online, si capisce) la sua espulsione.

se è così, la presunta rivoluzione a 5 stelle è forse limitata a (qualche) mezzo e non sembra travolgere fini e essenza del rapporto tra cittadino e elettore.
mi sarei aspettato votazioni online su una piatta forma dedicata, tipo i pirati tedeschi. o come gli stessi grillini avevano detto finora (ad esempio per l'individuazione del candidato Presidente della Repubblica);conferme periodiche degli eletti (come avviene per i consiglieri regionali dello stesso movimento)

cmq, per parafrasarli: li vedremo in parlamento, sarà un piacere!


PS. risparmio i commenti stilistici sul documento. il ripetuto ricorso ai verbi servili ("dovrà/dovranno", "non dovranno","potranno"); l'uso indifferenziato di infinito e indicativo; il fatto che, con l'ultima modifica dei regolamenti di Camera e Senato, uno"statuto" devono averlo (o almeno chiamarlo così)...

PPS. sul MoVimento, cmq, le cose migliori le hanno dette loro (leggi qui)

giovedì 28 febbraio 2013

Mo', che ca*** dico a questi?

bene.
e seminario fu.
entro giovedì prossimo va capito cosa dire a un pubblico di australiani, italo-australiani, australo-italiani, australopitechi e simili cosa è successo e - soprattutto - cosa succederà nello Stivale con il voto di domenica e lunedì.
pensavo anzitutto di prepararmi una lista dei possibili candidati alla Presidenza della Repubblica. a occhi e croce, Grillo e i suoi proporranno tipo: 
- Claudio Bisio, a patto che imiti  Dario Fo per tutto il settennato
- Adriano Celentano (ma ve lo immaginate un discorso di fine anno con le pause di 6 minuti?)
- il parrucchiere di Casaleggio
- Telespalla Bob come sosia di Casaleggio
- Guy Fawkes
- un tizio scelto dalla rete, a patto che indossi la maschera di Guy Fawkes
- una donna con il ciclo mestruale perenne e la mooncup
nel frattempo, ho scoperto che una papabile alla presidenza della Camera è in pratica una mia ex studentessa. cazzo. sono vecchio. mi consola solo pensare che anche lei tra una decina d'anni magari sposerà  un manichino più giovane di lei e poi condurrà in TV un programma intitolato "Bisturi! Nessuno è perfetto".
cmq, una delle notizie più belle sarebbe che la ventiquattrenne Viola che ha lanciato la petizione online per il governo Grillo-Bersani in realtà è un fake. è Sposetti, che non sa più che fare e passa i pomeriggi a chattare chiamandosi Fragola86.

PS. non c'entra nulla, ma che fine ha fatto Lamberto Sposini? era stato male ma ne ho perse le tracce. nonostante l'apparenza ovattata è uno che i numeri li ha sempre avuti, come quando ci ha regalato perle come nel video qui accanto

PPS. c'entra ancora meno, ma il vero tema di ricerca che mi appassiona in questi giorni è una costruzione disco-bibliografica che evidenzi la continuità tra Tony Tammaro e Checco Zalone. per chiunque fosse a Napoli oggi, imperdibile il concerto del grande Maestro (leggi qui)
tra l'altro, dal sito si può scaricare aggratis il mitico "Manuale del giovane tamarro", memorabile pubblicazione che ha guidato l'adolescenza di molti di noi...

com'è evidente, non c'ho un cazzo di voglia di lavorare oggi...

lunedì 25 febbraio 2013

divagazioni lunari, in attesa dei risultati elettorali

mi sono accorto che qui ho la luna "storta".
non la luna nera della indimenticata Cloris Brosca (e, per altro, l'aver perso e ritrovato il passaporto e il mac nuovo nuovo a una settimana dalla partenza non può che essere indice di gran culo).
e neanche nel senso figurato del cattivo umore.
"storta" nel senso letterale, quasi capovolta. non c'avevo mai pensato. non è il dark side of the moon, è sempre lo stesso lato, ma alquanto ruotato. del resto, gravità permettendo, qui si è a testa in giù.


volendo sviolinare: storta così, la luna è assai meno antropomorfa, e diventa difficile vederci un viso. chissà se questa prospettiva l' avessimo avuto noi "boreali". magari pastori erranti non le avrebbero dedicavano canti notturni. né Peppinidicapri l'avrebbero accusata di falsa testimonianza. (tra l'altro: ma l'inversione di genere tra Sole e Luna in tedesco - die Sonne, "la" sole, e der Mond, "il" luna - ha conseguenze sulla letteratura?).
cmq a vederla fa un certo effetto. come l'acqua che scende al contrario nello scarico del rubinetto (ma, a quanto mi risulti, questo non ha portato a ispirazioni poetiche in nessuno dei due emisferi).

cmq, per farla breve, l'attesa per i risultati elettorali è altissima. le urne si chiuderanno quando qui sarà l'una di notte e quindi potrò concedermi una maratona elettorale just like the ones we used to know, a notte fonda.
nel frattempo, gli altri risultati attesi in giornata (fantacalcio e notte degli Oscar) finora non  hanno sorpreso. i Fantaspumeggianti sono in pieno affanno e stentanto a risalire in classifica. Christoph Waltz meriterebbe statuette anche per le comparsate. speriamo che anche gli exit polls, le proiezioni su dati reali (ma quanto è bella come espressione?) e la faccia pagnoncella di Pagnoncelli non si inventino nulla di eccessivamente inaspettato.

PS. per chi se le fosse perse, qui qualche foto dalla Great Ocean Road (seguirà dettagliato post sulla guida in Australia): http://www.flickr.com/photos/93487826@N03/show/


Great ocean road

prime impressioni di Australia




per gli altri scatti, guarda  ********* qui *********

sabato 23 febbraio 2013

Paperulo meets locals


"Qui è già domani" (cit.) ovvero, funzionali disfunzioni di una mostruosa differenza di fuso orario

a leggere questo slogan della LUISS sulle navette e negli atrii di facoltà ho sempre pensato "cazzo, sono in ritardo"
ma per ora quella discreta minchiata è qlcsa di assolutamente reale. 10 ore di differenza di fuso ti rendono completamente scollegato dai ritmi di casa e si riescono a sentire solo le persone più vicine, con le quali la reciproca fascia oraria 7-9 o 21-23 non è "sconveniente" e cmq solo per darsi la reciproca buonanotte (sempre che, all'ultimo non decidano di andare a dormire alle 11 in un lettone insieme alla mamma...)
cmq, sarà che qui sono da solo e che non ho grandi vincoli di orario nel quotidiano. sarà che cmq ho la testa più nella periferia di Londra che in quella di Melbourne. ("sarà che son simpatico o che son genuino"), ma dopo due settimane qui alle volte ancora mi chiedo se sto pranzando o cenando, se è alba o tramonto, etc
del resto, guardare Roma-Juve o la premiazione di Sanremo appena sveglio o dover aspettare martedì mattina per i risultati del fantacalcio non aiuta.

la parte buona è che di giorno, avendone voglia, si lavora da dio. nessuno che chiama, che scrive, che ti contatta su FB. è come stare davanti al computer durante le vacanze di natale. però a 30 gradi e senza avanzi di torroni Nurzia.
la parte cattiva è che ci si sveglia con 37 (trentasette, XXXVII, che alla Smorfia napoletana fa "il monaco") mail non lette da smaltire.
oppure, ci si sveglia alle 4 di mattina perchè squilla il telefono italiano. tenerlo spento è fuori discussione: mentre ero in Canada mi arrivò la telefonata del prof. P******* che portò all'unico saggio pubblicato su Quaderni costituzionali. in quel momento mi prese un mezzo infarto, diedi una discreta craniata all'anta dell'armadio, ma riuscii a affettare indifferenza, ma da allora ho sviluppato un'incrollabile fiducia nello squillo del telefono notturno. e nel Lexotan.


fuso a parte, il vero problema dei periodi all'estero è l'horror vacui.
in Italia il lavoro universitario concede la schiavista e rassicurante prospettiva del vivere "alla mezza giornata", cioè sapere di poter programmare al massimo ma mattina per il pomeriggio e, quando si è fortunati, la sera per la mattina dopo. oltre le 12-16 ore è inutile fare progetti, perchè tanto salterà fuori una sostituzione a lezione, un'ora di ricevimento, un tesista in preda all'ansia o un buco dell'orario del master da riempire al volo con fantasia, e i mirabolanti progetti di una giornata a ascrivere in biblioteca non si avvereranno mai.
cmq, per fuggire dal picco dell'horror vacui (che si raggiunge di solito nel tardo pomeriggio del sabato o nella sveglia domenicale), decisi di prendere una macchina e andare sulla Great Ocean Road per il fine settimana. il nome è ovviamente roboante e evocativo come solo loro sanno fare, ma insomma pare sia un gran bel posto. e poi, finalmente, dovrei vedere qualche locale bestia immonda e qualche panorama che meriti soste fotografiche. seguiranno dunque aggiornamenti incorso d'opera, sempre che ci sia connessione

PS. nel frattempo, in Italia c'è la pausa di riflessione e poi il voto. notoriamente su posizioni sinceramente democratiche, io avrei dato con convinzione il mio voto al PD alla Camera, al Senato, alla Regione e anche all'assemblea di condominio se mi fosse stato concesso. sentendo Nanni Moretti (che di solito in queste occasioni è odioso) mi sono assurdamente trovato a pensare che abbia detto la cosa migliore che si potesse dire a poche ore dal voto. la differenza c'è. la partecipazione delle primarie (con tutti i loro limiti), la goffagine comunicativa dello smacchiare i giaguari (che però fa più tenerezza che tristezza), l'inaccettabilità delle alternative. ma aggiungerei, l'Europa, i nuovi diritti, la voglia di normalità e tante altre cose vecchie e nuove. quanto a Grillo, la scena della chiusura degli ombrelli a comando, mentre pioveva, dà la misura dell'autonomia di giudizio del "movimento". bah...


giovedì 21 febbraio 2013

stampa locale. Molise RULEZ

nella giornata passata a incontrare funzionari del parlamento australiano mi sono fatto una cultura della stampa locale. come ogni parlamento che si rispetti, c'è infatti una sala con tutti i quotidiani del Paese e, ben meglio di altri parlamenti, c'è il wifi gratuito e apertissimo.
ho così scoperto uno dei giornali della comunità italiana in Australia, "La Fiamma", che a dispetto del nome non ha nulla di fascista, nostalgico o simili.

esce due giorni a settimana (lunedì e giovedì), manca di una versione online ma ha un gustosissimo mix di riflessioni generali, cronaca locale italiana e australiana e annunci vari. per capirci: apre ovviamente sulle elezioni, scendendo in dettaglio anche sulle regionali, riporta in dettaglio la serata Grillo/Fo a Milano e la conclusione delle operazioni di voto nella circoscrizione estero. fin qui, tutto bene.
passa alle dichiarazioni di Ichino sul voto in Lombardia, alle indagini sugli ex vertici Alitalia e Mps e allo scandalo della carne equina. fin qui, tutto bene.
arriva poi il clou. 8 pagine dedicate alle cronache regionali italiane, con un interessantissimo reportage sulla sigaretta elettronica in Molise, che "conquista Termoli e si appresta a sbarcare sul mercato regionale". brividi. neanche il miglior Pasqualino Damiani di Teleisernia avrebbe saputo trasmettere tanto pathos. per fortuna i casi di TSO in provincia di Campobasso sono in calo, un costruttore lucano si è aggiudicato un importante appalto a Manhattan e a Riva del Garda si è raggiunta la ragguardevole quota di un 13% di stranieri, etc. ete.
immancabile il paginone centrale con le foto dell'associazione Bellunesi nel mondo che festeggia San Valentino. ci sono tutti: Antonio e Antonina Ucchino insieme a Josephine Giordane e altre amiche; la famiglia Cumerlato al completo; Amelia Cossalter con l'amica di sempre Maria Pissolato. dei due leocorni nessuna notizia, ma in ogni caso, un vero peccato essersela persa.
il tripudio si raggiunge però a pag. 52 (cinquantadue!), con gli annunci delle associazione italiane di Sidney. godo nell'apprendere che i pensionati pugliesi hanno riaperto la sede e "dalle 10 in poi di ogni venerdì" ci si può radunare "per trascorrere una giornata insieme e organizzare le attività di comune interesse". l'associazione Molise organizza invece una gita il 5 aprile a Uluru, ma i posti sono limitati e quindi conviene affrettarsi. se si arrivasse in ritardo, è cmq possibile ripiegare sull'associazione abruzzesi che il 23 marzo, alla modica cifra di 30$ a testa, porta tutti a raccogliere castagne. è incluso il viaggio in pullman e il morning tea.

PS nel retrocopertina, le offerte del supermercato thinkTRIM's: 300g di fichi a 2.49$

Paperulo esporta la democrazia


ma quanto è 90's questo turchese?

mercoledì 20 febbraio 2013

votAntonio. magari....


oggi alla RMIT University c’è stato un seminario sul voto in Italia organizzato dal prof. Bruno Mascitelli, che avevo ascoltato alla LUISS quando aveva presentato il suo libro sui parlamentari australiani di origine italiana. Sentir raccontare dall’esterno l’allegra evoluzione recente della politica italiana non è stato privo di gusto. La sala era piena di italiani residenti in Australia, australiani con qualche nonno italiano e qualche curioso di passaggio. Dopo un’ora di interessante discussione, mi sono reso conto che si parlava di tutto e di tutti, tranne che di un simpatico quanto stempiato protagonista. C'era sconcerto per l’ennesima candidatura di Berlusconi, curiosità per la novità costituita da Grillo (che ha presentato candidati anche in circoscrizione estero) e per l’anomalia del governo tecnico di Monti. Perfino le notizie del sedicente masterizzato Giannino o i timori per le velleità secessioniste della Lega venivano fuori.
NESSUNO, invece, si interessava a Gigggi.
Bersani era considerato meno nuovo, meno strano, meno famoso, meno frocio, meno ladro, meno qualcosa di qualsiasi altro contendente. il dramma è che non avevano poi torto.


tutto questo però mi ha portato a realizzare qlcsa che sapevo benissimo, ma che finora non avevo troppo tenuto in considerazione: a ‘sto giro non voto.
era chiaro almeno da Natale, ma solo oggi mi sono accorto che, per la prima volta, si terrà una consultazione elettorale alla quale ho diritto a partecipare e non potrò farlo.
dall’elezione del rappresentante di classe in prima liceo (con un memorabile quanto discutibile esordio come presidente dell’Assemblea) a qualsiasi referendum che fosse venuto in mente all’ultimo dei radicali, non ho mai fatto mancare la mia presenza. tengo alla mia scheda elettorale quanto alle statistiche di spider (dove posso vantare 2 vittorie consecutive a quattro semi e 13 a due semi). Perfino al (primo) referendum sull’art. 18 votai scheda bianca, pur di assicurarmi il piacere di impugnare (a vuoto) la matita copiativa.
nel 1999, ormai alle soglie della maggiore età, sviluppai venature antieuropeiste per quelle elezioni piazzate in un inutile giugno (cosa costava a un'Europa ancora a 15 aspettare qualche settimana e votare il 3 agosto?). Per fortuna, con le regionali del 2000 arrivò il primo voto “vero” e, tra l’altro, l’unico con quel meraviglioso certificato elettorale nominale, ricevuto a casa, e che per anni avevo invidiato ai miei genitori. Di lì a poco salutai la sezione 18 del comune di Isernia (di solito presidiata in massa dalla famiglia Terzigni, che riusciva a coprire qualsiasi carica nel seggio), approdando quindi alla vita romana e alla più anonima cabina nella scuola di via Reggio Calabria.

oddio, certo non è stata una storia di successi.
al liceo, i miei tentativi di boicottaggio di Cosimo Apollonio in sede di scrutinio risultarono inutili: stravinse, risultando primo eletto all’ambita carica di rappresentante della IA dell’Ettore Majorana. Il voto a Di Stasi alle regionali del 2000 fu reso inutile dal Consiglio di Stato che rimandò il Molise alle urne e Iorio in Giunta dopo nemmeno un anno (mi consolai portando la sentenza fresca fresca come argomento a piacere all’esame di Diritto pubblico). Il tentativo di una lista autonoma alle elezioni universitarie finì drammaticamente con gli avversari che presero il triplo dei nostri voti, spazzandoci via dal consiglio di facoltà di Scienze politiche nonostante le sicurezze che pensavamo derivassero dal metodo D’Hondt. Perfino i tentativi di elezione del nuovo amministratore di condominio dopo le vicende del perfido Nastasi finirono frustrate dalle dimissioni di quest’ultimo, ormai sull’orlo di una denuncia per appropriazione indebita.
Poi, in generale, una sfilza di voti dati a candidati più o meno impresentabili e destinati alla sconfitta o al dimenticatorio (Ettore Di Domenico – per Rutelli! –, Marrazzo, coalizioni che comprendevano quella simpatica canaglia di Mastella, e poi WaterWeltroni nel 2008). e con loro tutti i vari simboli con cui la fantasia della sinistra, del centrosinistra, del centro-sinistra, centro-centro-sinistra è riuscita a esprimersi.

e cmq no, stavòltanonvòto.
dotte disquisizioni algebriche, che sottolineano come (quasi) nessuna elezione si decida per un voto solo, non consolano una simile menomazione.

lunedì 18 febbraio 2013

week 2. planning settimanale

se il tasso di risposta alle email è un indicatore della gentilezza di un popolo (o, almeno dei suoi professori di diritto costituzionale), l'Australia batte gli USA 10-0.
l'anno scorso a Gainesville inviai una decina di email a professori, lecturers e forse anche a chi puliva i cessi della Law School, per chiedere di essere informato su eventuali seminari o workshops ai quali si poteva assistere. il massimo che ottenni fu qualche risposta di assenza di gente in anno sabbatico e la classificazione del dominio Luiss come spam da parte del server della University of Florida.
non pago di questo meraviglioso successo di critica e di pubblico, ci ho riprovato quest'anno in Australia.
ecco, in pochi giorni mi hanno risposto TUTTI: chi magari per dirmi che è al'estero (ma che cmq inoltrava la mail alla segretaria del dipartimento per farmi inserire in mailing list), chi per ringraziarmi di aver scritto, chiedendo qualche rigo di presentazione del progetto di ricerca sul quale sto lavorando, chi (addirittura, ed è pure il più figo del bigoncio) per invitarmi a pranzo con i suoi folks. insomma, c'è poco da aggiungere
ora, a parte il problema dei problemi in queste occasioni (riassumibile nell'aurea massima #CHECCAZZOMIMETTO?), iniziano a profilarsi gli impegni più o meno seri del periodo Aussie.
si inizia domani con un promettente seminario sulle elezioni italiane (non voglio neanche pensare cosa si dirà del nostro giovane e vigoroso ex premier) e si prosegue poi con una due-giorni nella ridente Canberra, per incontrare un prof dell'Australian National University e alcuni funzionari del Parlamento federale.
tra l'altro, a quanto si dice, Canberra è nota per alcuni appetitosi tratti distintivi, quali: è più insignificante di Ottawa e Isernia messe insieme; fa un freddo pipone; le sue uniche attività sono la burocrazia federale e le fiorenti industrie dei fuochi d'artificio e del porno.
insomma, non mancano i motivi di interesse...

venerdì 15 febbraio 2013

meeting the aussie

inizio a adorare gli Aussie (anche detti Oz: per approfondimenti, leggi qui)
sono così gentili che fanno quasi tenerezza, lontani anni luce dalla cialtroneria yankee sperimentata un Florida un anno fa.
provando a definirli, vengono i mente solo aggettivi dal gusto retrò che sanno di buono.
direi che sono frugali (è facile incontrarne a piedi nudi (!) e non nel parco come quel sex symbol di Robert Redford - checché ne dica Gabriele -, ma in metropolitana o al supermercato); garruli, anche (i bar sono sempre strapieni e il vociare fa simpatia); e pure abbienti (i bar saranno anche pieni, ma un caffè non te lo smollano per meno di 2.80$).
poi devono essere clamorosamente fisionomisti. il tizio del bar sotto casa ("My legendary girlfriend", che mi ha praticamente adottato) mi ha riconosciuto al secondo giorno in cui passavo a prendere un cappuccino (a proposito, qui quando si ordina un caffé o simili, va aggiunta l'indicazione "no/one/two sugar", perché ci pensano loro. e vorrei vedere, a cinquemilalire a tazza...).
ecco, il lato economico è il punto dolente. la vita è carerrima. mi ci vorrebbe uno stipendio triplo per mantenere il tenore di vita abituale (che già di solito è ben al di sopra di quanto potrei permettermi). per avere un'idea: il cinema costa 18$ (14€). certo, dimostrano di essere lungimiranti e tolleranti, permettendo di portare la birra in sala (!). e poi, per un capolavoro come Django unchained qualsiasi spesa sarebbe adeguata (specie perchè ci si alza dalla comodissima poltrona sulle note del tema di Trinità). però insomma, poco non è.
poi sono in qualche modo necessariamente alternativi, indie, sostanzialmente underground, molto underground. il prof. che mi ospita (e che fuori dalla sua porta della sua stanza nel dipartimento di management ha il cartello "every morning I wake up on the wrong side of capitalism") oggi a pranzo a preso un chinotto. lo ha chiamato "cinoto", ma come si fa a non volergli bene?

e ora @pontifex?

pocoseria riflessione sulle ricadute tecnologiche dell'annuncio delle dimissioni del papa

ma che fine farà il celeberrimo account twitter @pontifex ?
uno dirà: vabbè, ratione officii, al prossimo pontefice, insieme al pastorale, al triregno e agli altri attrezzi del mestiere, andrà anche l'account. al massimo, ma pare improbabile, il buon Joseph potrà continuare a cinguettare liberamente, creandonsene uno tutto suo. tipo @papaemerito, @giàpontifex, @formereminenz o simili...
ma forse le cose non sono così semplici. 
se uno guarda alle condizioni di utilizzo di twitter, il punto 6 dice chiaramente che l'utenza è "personale, a livello mondiale, gratuita, non cedibile". che si fa? vendergliela non può (sarebbe anche simonia?). lasciare la password su un bigliettino, nemmeno. creare account nuovi tipo @pontifex2? @pontifexquellodopo sarebbe uno spreco, milioni di followers da riconquistare in piena campagna elettorale...
allora, forse, ecco la ragione della parte più misteriosa dell'annuncio di qualche giorno fa: questo inspiegabile periodo che intercorre tra l'annuncio dell'11 e il 28 febbraio (ore 20.00, ora di Roma), momento nel quale verrà rotto l'anello e inizierà la sede vacante.
l'utenza si può chiudere (https://support.twitter.com/articles/15358-how-to-deactivate-your-account) e lo user name rimane sospeso per trenta giorni, potendo poi essere ripreso in seguito (da altri, evidentemente: leggi qui). il tempo del conclave, a metà marzo, e si riparte.
ite missa est

PS. ma ve la immaginate una notifica che dice "your friend Pontifex has changed his profile pic"?